Che ci faccio qui?

da | Feb 14, 2019 | approfondimenti, Open Innovation

Pensieri in libertà, da Roberta Gilardi – CEO G2 Startups Srl

Rubo questo titolo da un famoso libro di Bruce Chatwin perché credo che oggi questo interrogativo sia quanto mai attuale.

Mercato. Questa domanda se la stanno facendo tanti imprenditori. Giustamente orgogliosi delle loro competenze e delle loro attività, sono anche consapevoli che l’immobilismo non paga e che bisogna fare sempre qualcosa di più per rimanere un punto di riferimento nel mercato. Ma poi muoversi (o smuoversi) non è semplice. È necessario essere più forti e più competitivi ma serve soprattutto saper fare la differenza, migliorando i propri prodotti e servizi o offrendone di nuovi, o magari pensare a come addirittura creare nuovi mercati. L’impresa è un viaggio, innovare è un viaggio.

Agli imprenditori italiani non mancano le idee, molti mercati ci riconoscono eccellenze. Spesso la difficoltà è capire come trasformare quelle idee in progetti e come oggi, soprattutto, riuscire a trasformare imprese, che spesso sono sottocapitalizzate e di dimensione piccola tutto sommato, in realtà capaci di innovare, rinnovarsi, competere “glocal” ed evolvere rapidamente. Che investimenti? Come dirigerli? Dove reperirli? Quali velocità? Quali fonti? e cosa fare in questo quadro poco confortante?

Il tema di riuscire a sviluppare l’impresa non è in contrasto con la frequente conduzione di stampo “familiare”, caratteristica dominante dell’imprenditoria italiana. E l’innovazione non è qualcosa in contrasto con il tema ampio (e doloroso a volte) del passaggio generazionale.

Ritengo che l’innovazione debba declinarsi in modo concreto e calarsi in una visione di sviluppo capace di cogliere e accettare sfide difficili e di far uscire le imprese da una certa zona di comfort in cui spesso preferiscono rimanere. Quel rimandare del tipo “…adesso non è il momento” … Mentre è sempre il momento per pensare a cosa si sarà tra 2, 3, 5 o 10 anni. E se ci saremo. Certo i margini di errore sono risicati, ma la strategia deve guidare e non solo l’opportunità a breve, altrimenti si rischia oggi l’osso del collo. Per contro proprio oggi le opportunità e gli strumenti sono a disposizione, mai forse come prima.

Il bello è che oggi proprio la PMI ha la possibilità di confrontarsi con attori esterni e fonti che possono aiutarla a costruire un proprio “ecosistema” di business difendibile, più solido e che metta in atto più modelli di business, di product/service system, di partnership. Certo non da sola, con un help concreto. Anche se non ci sono scorciatoie. Se pensiamo alle Start-up, per quanto ne sia “innamorata”, non sono la panacea a ogni male e non basta avvicinare imprese e start-up per creare una magia di innovazione. Anzi… mondi distanti, che necessitano una fine interpretazione per creare valore. In un mondo veloce, veloce è il viaggio, il che ci faccio qui richiede capacità di adattamento, resilienza, coraggio … cose che non mancano a molti imprenditori, ma poi serve squadra, ecosistema di sviluppo, investimenti.

Il “mindset” dell’impresa è uno dei valori chiave, il modo con cui l’organizzazione si “apre” alla novità e all’esplorazione e come gestisce il necessario cambiamento. Creando i robusti presupposti per diventare più attrattiva non solo per il mercato, ma anche magari per il capitale di rischio (grande problema italico), non necessariamente di casa, e dare così un forte “boost” allo sviluppo. Altrimenti, senza risorse, è un po’ come fare le nozze coi fichi secchi, come dicevano i saggi nonni.

Credo che nel nostro paese vi siano tanti piccoli “Campioni Nascosti” che però faticano e che potrebbero invece, opportunamente aiutati, scalare e crescere in modo solido. Certo osando un minimo, ma del resto fare “impresa” ha in se il seme del rischio, seppure con tutti le precauzioni del caso. Stiamo cercando di intercettarli.

Noi. G2 si propone come acceleratore di business per le imprese e le startup, ispirati primariamente dall’open innovation. I nostri sensori sul mercato sono sempre vigili perché siamo impegnati a intercettare i cambiamenti e le innovazioni: nuovi paradigmi, nuove tecnologie, nuovi modelli di business, nuove competenze.

La nostra forza è la capacità di fare rete e di interpretare concretamente (e velocemente) i paradigmi e i modelli di innovazione. Unitamente ad un modello collaborativo che ha aggregato intorno al nostro progetto (e non è finita qui) un team di persone esperte che ci accompagnano nel viaggio. Collaboriamo con una squadra di startup selezionate (e nuove se ne aggiungeranno), un piccolo serbatoio di soluzioni e competenze con cui il dialogo è quotidiano.

Ma la domanda “Che ci faccio qui?” ce la siamo posta anche noi. Anche noi vogliamo fare di più e meglio. Per questo il 2019 ci vedrà sempre più vicini al mercato. Coglieremo tutte le opportunità per confrontarci direttamente con gli imprenditori, per conoscere da vicino idee, aspettative e ambizioni. Il nostro primo appuntamento sarà dal 20 al 22 febbraio alla Fiera Milano di Rho dove dal 20 al 22 febbraio si terrà My Plant & Garden, la più importante fiera internazionale B2B del florovivaismo, del garden, dei fiori e del paesaggio.

Le imprese italiane hanno tante eccellenze da valorizzare e incredibili potenzialità ancora inespresse e l’innovazione è il fattore chiave che può fare la differenza. Ma ogni impresa deve scegliere il suo percorso e il nostro obiettivo è affiancare ogni realtà in modo personalizzato, semplificandone le scelte e le fasi operative. Il loro successo sarà anche il nostro.

hidden champions | innovazione | open innovation | resilienza
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